• Nov 3 2025 - 12:30
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Rosario, tasbih, mala, juzu: strumento universale di preghiera

Ogni religione ha il suo cerchio di grani

Come un oggetto semplice come il rosario riavvicina tra loro tutte le religioni

Dal punto di vista religioso, la preghiera è il ponte che permette all’uomo di comunicare con un mondo o con qualcuno al di fuori della propria quotidianità. Dal punto di vista antropologico, essa è il prodotto di convinzioni religiose e tradizioni confessionali diverse. Eppure, nonostante la varietà delle confessioni religiosi diffuse nel mondo, le differenti divinità che vengono venerate agli angoli della terra e le diverse modalità di approccio alla preghiera, desta curiosità come esistano degli elementi comuni tra tutte, o quasi, le pratiche religiose del mondo, dall’Europa alla Cina, dall’Arabia al Giappone. Uno di questi è l’utilizzo di una corona di grani che aiuti a tenere il conto delle preghiere: che sia il rosario, ilkomboloi, iltasbih, ilmala.

Nel cristianesimo cattolico, la preghiera è accompagnata con dei gesti che sono cambiati nel corso della storia e a seconda dei vari ordini religiosi. In particolare, nell’Alto Medioevo si sviluppa la tendenza alla ripetizione delle preghiere più facili, come il Padre Nostro, e al fine di aiutare nella contabilità della ripetizione compare il rosario, portato in Europa dai crociati ch’erano stati in contatto coi musulmani, fino a diventare il simbolo dell’identità religiosa cattolica con papa Pio V. 

Nelle Chiese d’Oriente la liturgia è il centro di tutta la vita del fedele e del suo rapporto col Signore. La Preghiera di Gesù o Preghiera del Cuore è una forma di preghiera che, tramite la ripetizione, porta al continuo ricordo di Gesù, chi diviene un atto abituale quasi come il respiro del corpo. In questo tipo di preghiera è necessaria la tranquillità, la fermezza, la pace, e si tiene il conto delle ripetizioni tramite la Corda da Preghiera. In Grecia, questo strumento prende il nome dikomboloi, composto da perle di diversi materiali (legno, ceramica, vetro, osso, ambra) presente in diverse gradazioni di colori.

La Chiesa Luterana annovera tra i suoi strumenti di preghiera la Corona del Salvatore, un rosario ecumenico formato da perle. La preghiera con questo strumento può seguire diversi schemi a seconda dei bisogni del fedele, sì di esercitarsi nella vicinanza a Dio al fine di trovare il coraggio per affrontare la vita.

Nella preghiera ebraica, latefillahè la recitazione dell’insieme delle preghiere codificate, non obbligatoriamente in lingua ebraica. La Torah è recitata secondo una sorta di melodia, e la preghiera non coinvolge solo la mente e il cuore ma tutto il corpo, che si dondola su e giù e a destra e sinistra, quasi come se lo strumento di conto delle preghiere fosse il corpo stesso del fedele.  

Nell’Islam, l’uso deltasbih(omisbaha) è legato a due importanti pratiche islamiche: la ripetizione dei nomi di Dio e la pratica della ripetizione vocale di quegli attributi o di uno solo (dhikr). Le origini deltasbihislamico sono dibattute: che derivi dall’India, dagli assiri o che sia nato in ambito puramente islamico, iltasbihè un oggetto di varie dimensioni e di numerosi e pregiati materiali, con un numero di grani variabile. Oltre alle sue funzioni religiose, il rosario islamico rappresenta una forte identità sociale e culturale, testimonianza della propria appartenenza all’Islam.

Iltasbih, in quanto prodotto artistico e oggetto quotidiano per la preghiera e il ricordo, gode anche di un’importante diffusione nel mercato e nell’economia, soprattutto nelle città religiose sciite. Alcunitasbihsono autentici e per questo più costosi, come lo “Shah Maqsood”, i cui grani sono realizzati con un tipo di pietra pregiata, ma vi sono anchetasbihdi legno e persino altre pietre preziose con proprietà lenitive e delicate sulla pelle, sebbene il tipo ditasbihpiù sacro tra gli sciiti in Iran, Iraq, Libano e così via sia quello i cui grani sono fatti con la terra di Karbala, noto comeTorbat. Sebbene il numero didhikrnel programma di preghiera e rituale sciita vari, usualmente vengono prescelti numeri sacri come sette, dieci, quaranta, trecento e oltre. Gli Imam sono stati i più importanti insegnanti deldhikrquotidiano, il più famoso dei quali è, nella cultura sciita, quello che viene recitato cento volte dopo la preghiera obbligatoria, che si compone di 34takbir, 33tahmide 33tasbih.  

Nella letteratura religiosa dell’India si afferma che “la Parola è la Dea”, dunque è la parola stessa a rendere sacra la preghiera. La tradizione dei sacerdoti indiani ha elaborato lunghe litanie delle diverse figure divine, la cui ripetizione mormorata costituisce di per sé una preghiera tramite unamaladi 108 grani, ma si possono ripetere anche delle brevissime formule chiamatemantra. La ripetizione può inoltre essere eseguita in modo silenzioso, difatti la preghiera più importante nell’induismo è proprio il silenzio.

Il rosario ha raggiunto in Giappone una sorprendente diffusione, anche in versione braccialetto, costituito comunemente di 108 grani e costruito con materiali poveri o pregiatissimi, in modo semplice o raffinato. L’utilizzo del rosario in Giappone proviene sicuramente dalla Cina e viene chiamatonenjuojuzu, diviso in due parti da due grani separatori più grandi degli altri. Per tenere correttamente questo tipo di rosario, si congiungono le mani e successivamente si posiziona il rosario sul dito medio della mano destra e sull’indice della sinistra, tenendo i palmi uniti. Col rosario vengono recitate molte formule diverse a seconda della setta, sebbene non si possa parlare propriamente di “preghiera” nel buddismo, poiché esso non si pone il problema dell’esistenza di un Dio: per questo motivo si parla più di “meditazione” profonda per risvegliare sé stessi.

I rosari, coi loro molti nomi e con le differenti peculiarità, permettono una preghiera continua e circolare e rappresentano l’evidenza più basica di un’universalità dei modi di pregare. Il cerchio di grani rappresenta l’accompagnamento o la sostituzione di un rituale di circumambulazione, un pellegrinaggio che si opera stando fermi o in movimento, nonché il ritmo del respiro e la scansione del tempo. Esso è sia un oggetto di preghiera che un mezzo di conta che rende sacro il calcolo, oltre ad essere uno strumento per entrare in sintonia col proprio corpo tramite il ritmo del battito del cuore. E proprio oggi, in un tempo in cui le religioni vengono trasformate da straordinari e complessi sistemi di pensiero e modalità di vita a identità sempre più politicizzate, un semplice strumento come una corona di grani ricorda all’uomo che le differenze che lo dividono dagli altri sono artifici che, per quanto possano sembrare insuperabili nelle alte sfere teologiche, ideologiche e politiche, decadono nella quotidianità per mano dei più semplici e poveri degli oggetti.

Rome Italy

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