Un dibattito teologico tra musulmani e cristiani al tempo del Profeta
L’evento della Mubahila
La ricorrenza dell’evento che frappose una delegazione di cristiani di Najran al Profeta

Quando il Profeta scrisse delle lettere ai capi e governanti di differenti paesi, ne indirizzò una anche all’Arcivescovo di Najran, invitandone la popolazione a convertirsi all’Islam. I cristiani decisero allora di inviare una delegazione a Medina per parlare con il Profeta e condurre delle ricerche sulla religione da lui professata.L’incontro non portò però ad alcuna intesa e, poiché i cristiani insistettero sulla veridicità della credenza nella Trinità, entrambe le parti decisero di porre fine alla controversia il giorno successivo mediante la Mubahila,ovvero l’atto di chiedere a Dio di maledire la parte che mente.
In quell’occasione fu rivelato il seguente versetto: “A chi polemizza con te, ora che hai ricevuto la scienza, di’ solo: “Venite, chiamiamo i nostri figli e i vostri, le nostre donne e le vostre, noi stessi e voi stessi e invochiamo la maledizione di Dio sui bugiardi” (Corano, 3:61). Il Profeta si presentò dunque al cospetto della delegazione di cristiani, il giorno seguente, in compagnia di suo cugino e genero Alì, di sua figlia Fatima e dei nipoti Hasan e Husayn: essi rappresentavano i suoi figli (Hasan e Husayn), le sue donne (Fatima Zahra) e sé stesso (l’Imam Alì). Prima che laMubahilapotesse avere luogo, esterrefatti e sbalorditi dalla presenza del Profeta, dalla sua onestà e dal suo atteggiamento, i cristiani accettarono di firmare un trattato di pace.
Coloro che accompagnavano il Profeta nella Mubahila erano quindila Gente del Mantello (Ahl al-Kisa), purificata da ogni peccato per volere divino.
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