L’Imam Husayn dal punto di vista di celebri non-musulmani
La tragedia di Karbala tocca i cuori, da Dickens a Ghandi
La tragedia dell'Imam Husyan è stata capace di toccare i cuori non solo degli sciiti né tantomeno solo dei musulmani: essa rappresenta un esempio di coraggio e dignità per il mondo intero

La tragedia di Karbala rappresenta il più grande sacrificio per amore di Dio nella storia dell'umanità, e i dettagli minuziosi e strazianti di questo grande evento sono stati scritti e tramandati fin dal primo giorno dai testimoni oculari. Ancora oggi, millequattrocento anni dopo, la battaglia di Karbala, ovvero lo scontro tra l’Imam Husayn (simbolo di virtù) e Yazid (simbolo di empietà), riflette lo scontro tra il bene e il male, il virtuoso e il malvagio, il giusto e l’errato.
Edward G. Brown, professore di studi arabi e orientali all'Università di Cambridge, elogia l'Imam Hussain con queste parole: “… Il ricordo del campo insanguinato di Karbala, dove il nipote dell'Apostolo di Dio cadde dopo esser stato torturato dalla sete e circondato dai corpi dei suoi parenti assassinati, è stato da allora sufficiente a evocare, anche nei più tiepidi e incuranti, le emozioni più profonde, il dolore più frenetico e un'esaltazione dello spirito di fronte alla quale dolore, pericolo e morte si riducono a sciocchezze irrilevanti.”
Secondo il grande poeta Rabindranath Tagore, il sacrificio di Husayn simboleggia la liberazione spirituale: "Per mantenere vive la giustizia e la verità, invece di un esercito o delle armi, il successo può essere raggiunto sacrificando la propria vita, esattamente come fece l'Imam Husayn".
Thomas Carlyle spiega: "La lezione migliore che possiamo trarre dalla tragedia di Karbala è che Husayn e i suoi compagni erano ferventi credenti in Dio. Hanno dimostrato che la superiorità numerica non conta quando si tratta di verità e falsità. La vittoria di Husayn, nonostante la sua minoranza, mi meraviglia".
Charles Dickens scrive: "Se Husayn avesse combattuto per placare i suoi desideri mondani... allora non capisco perché sua sorella, sua moglie e i suoi figli lo avrebbero accompagnato. È quindi logico che si sia sacrificato puramente per l'Islam".
Il Dr. K. Sheldrake scrive: "Di quel coraggioso gruppo, uomini e donne sapevano che le forze nemiche che li circondavano erano implacabili, pronte non solo a combattere, ma ad uccidere. Vedendo negata persino l'acqua ai bambini, rimasero assetati sotto il sole cocente e la sabbia rovente, eppure nessuno vacillò un sol momento. Husayn marciò con la sua piccola compagnia, non verso la gloria, non verso il potere della ricchezza, ma verso un sacrificio supremo, e ogni membro affrontò coraggiosamente le più grandi avversità senza battere ciglio".
Si dice che Gandhi avesse studiato la storia dell'Islam e dell'Imam Husayn, ed era dell'opinione che l'Islam rappresentasse non l'eredità di una spada, ma i sacrifici di santi come l'Imam Husayn. Il Mahatma Gandhi scrive: "La mia fede è che il progresso dell'Islam non dipenda dall'uso della spada da parte dei suoi credenti, ma dal risultato del sacrificio supremo di Husayn, il grande santo".
Nehru considerava Karbala rappresentativa della forza e della determinazione dell'umanità: "Il sacrificio dell'Imam Husayn è per tutti i gruppi e le comunità un esempio del cammino della rettitudine".
Edward Gibbon, considerato il più grande storico britannico del suo tempo, scrive: "In un'epoca e in un clima lontani, la tragica scena della morte di Husayn susciterà la compassione anche del lettore più freddo".
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