Le ragioni della grandezza dell’Imam Khomeini affondano le radici nella complessità e profondità, ampiezza ed elevazione della sua persona, nonché della sua opera. È un fatto unico e raro nella storia moderna e contemporanea che uno dei suoi protagonisti sia stato in grado di connettere organicamente le dimensioni interiore ed esteriore della natura umana, raggiungendo il termine della sfera collettiva, politica e sociale, e gli stessi vertici della realizzazione metafisica e della prossimità divina. Secondo l'opinione dell'Imam, infatti, la religione non si limita a stabile relazioni tra l'uomo e Dio, né è confinata alla felicità celeste dell'uomo: l'Imam Khomeini si rifiutò di relegare la religione agli affari mondani alla stregua di un materialista, così come di limitarla agli aspetti spirituali dell'uomo come uno pseudo-mistico.

Egli disse: “Se si considerano i diversi insegnamenti dell'Islam, comprese le sue dimensioni sociali; se ci si concentra su riti come la preghiera e l' hajj (pellegrinaggio), che sono legati alla relazione dell'uomo con Dio, e si considerano le leggi sociali, economiche, politiche e legali dell'Islam, si concluderà che l'Islam non si occupa solo di questioni rituali e morali... ma si propone di stabilire un governo giusto e possiede norme specifiche relative alla tassazione, alle finanze pubbliche, agli argomenti legali, al jihad (lotta per la causa di Dio), così come per le relazioni internazionali”. È particolarmente commovente la lettera rivolta al presidente dell'Urss Gorbaciov, in cui l'Imam raccomandava al capo del più grande stato comunista del mondo la lettura di Avicenna, Ibn Arabi e Molla Sadra come unico modo per acquisire la capacità di far uscire il suo Paese dalla crisi di cui parlava.