L’opera di Muhammad Husayn Shahriar
La Giornata Nazionale della Poesia Persiana
Shahriar fu uno dei primi azeri iraniani a scrivere una voluminosa raccolta di poesie in lingua turca azera.
Sayyed Muhammad Husayn Behjat Tabrizi, noto anche col nome d’arte di Shahriar, è stato un celebre poeta nonché uno dei primi azeri iraniani a scrivere una voluminosa raccolta di poesie in lingua turca azera.
Nato a Tabriz, Shahriar si spostò a Teheran nel 1921 e continuò gli studi al liceo Dar-ol-Fonoun, dove iniziò a studiare patologia dopo essersi diplomato nel 1924. La sua vita fu però stravolta quando fu costretto dal regime dello Shah ad abbandonare gli studi e a migrare a Nishabour per timore di essere ucciso, abbandonando gli studi circa sei mesi prima di conseguire la laurea in medicina e trasferendosi nel Khorasan. Tornò a Teheran nel 1935, quando iniziò a lavorare presso la Banca Agricola dell’Iran.
Nel 1929 pubblicò la sua prima raccolta di poesie, fortemente influenzate da autori quali Hafez, un celebre poeta persiano, e Khasta Qasem, un antico poeta turco. Inizialmente firmò le sue poesie con il suo vero nome, Behjat, ma in seguito scelse di utilizzare lo pseudonimo Shahriar, inaugurando la sua carriera componendo poesie tragiche pregne di molti dei suoi ricordi agrodolci. La sua poesia in lingua turca più famosa, Heydar Babaya Salam (dal nome di una montagna dove trascorse la sua infanzia), pubblicata nel 1954, fu apprezzata da tutti i turcofoni ma non solo, essendo stata tradotta in oltre 30 lingue in tutto il mondo, soprattutto in paesi turcofoni come Azerbaijan, Turkmenistan e Uzbekistan. Ricevette anche un dottorato di ricerca honoris causa in Letteratura dall’Università di Tabriz e scrisse, inoltre, un libro di poemi epici intitolato Takht-e Jamshid.
Shahriar si interessò alle questioni umanistiche e nella sua poesia “Una lettera ad Einstein” criticò il risultato del suo lavoro scientifico, sfociato nella creazione dell’arma nucleare. La struttura dei versi è eterogenea: liriche, quartine, distici, odi ed elegie, e la composizione per orchestra e voce solista divenne una delle sue attività più celebrate. Uno dei motivi principali del successo dell’opera di Shahriar risiede nella sincerità delle sue parole: utilizzando un linguaggio colloquiale, le sue poesie risultano comprensibili ed efficaci per un’ampia fascia di pubblico. Fu inoltre un calligrafo di talento e un amante della musica capace di suonare abilmente il setar.
Spirò il 18 settembre 1988 in uno degli ospedali di Teheran; il suo corpo fu trasferito a Tabriz e sepolto a Maqbaratoshoara (Tombe dei Poeti). In Iran, il giorno della sua morte è intitolato Giornata Nazionale della Poesia.
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