Come il Profeta considerava la donna
Il rango della donna dal punto di vista del Messaggero di Dio
L'elevata posizione che il Profeta conferiva alla donna

La posizione del Profeta Muhammad sulla condizione femminile può essere compresa attraverso due fonti principali: in primo luogo, le sue affermazioni e la sua condotta (Sunnah) riguardo alle donne in generale, e, in secondo luogo, le sue espressioni e il suo comportamento nei confronti della sua amata figlia, Dama Fatima Zahra.
Primo aspetto: le sue affermazioni e la sua condotta riguardo alle donne
Nel pensiero monoteista islamico, tutti gli esseri sono manifestazioni di Dio, e la loro capacità esistenziale e i loro effetti dipendono da quali dei Suoi attributi essi manifestano. In quest’ottica, i profeti, gli Imam e i santi sono esseri umani perfetti che, grazie alla loro profonda incarnazione degli attributi divini, agiscono come intermediari della grazia e della guida divine.
Tra loro, il Profeta Muhammad, in quanto rappresentazione più completa degli attributi divini, è la manifestazione del Nome onnicomprensivo di Dio (Al-Jāmiʿ), raggiungendo un grado di vicinanza esistenziale e di conoscenza del Divino inconcepibilmente superiore a qualsiasi altro essere umano. Il mistico e teosofo Ibn Arabi, a proposito del rango del Profeta, afferma: “Muhammad fu la prova più evidente del suo Signore, poiché gli fu dato il ‘Jawāmiʿ al-Kalim’ (Discorso Completo), ovvero le manifestazioni dei nomi del Compassionevole (Al-Raḥmān)” (Qaysari, 1382 AH, Vol. 2, p. 1328).
In una nota narrazione riportata sia da fonti sciite che sunnite, il Sigillo dei Profeti ebbe a dire: “Tre cose del vostro mondo mi sono state rese care: le donne, il profumo e il conforto dei miei occhi, ovvero la preghiera” (Majlisi, Biḥār al-Anwār, Vol. 76, p. 141).
È evidente come l’esistenza del Profeta – la manifestazione divina più perfetta, che non fu mai, nemmeno per un istante, incurante dell’Essenza Divina – amava le donne come puri specchi della manifestazione della Verità Divina (Ḥaqq). Ibn Arabi, nella sua analisi di questa narrazione, spiega che, se si guarda una donna con una prospettiva divina e attraverso l’occhio della testimonianza spirituale (shuhūd), si ottiene una percezione più completa di Dio. Una delle ragioni dell’amore del Profeta per le donne era, dunque, la possibilità di testimoniare Dio più chiaramente attraverso di loro.
In base a ciò, se qualcuno si dimostra incapace di cogliere il profondo amore spirituale insito nelle donne, cercandole unicamente per lussuria, non ha compreso affatto lo spirito dell’amore divino, del quale ha solamente assunto la forma esteriore senza rendersi conto che il vero oggetto del piacere e la realtà ultima manifestata nell’amore per le donne è Dio stesso (Qaysari, 1382 AH, Vol. 2, p. 1350).
Il Profeta percepiva la fragranza dell’esistenza e dell’essenza dalle donne quando, ad esempio, baciava Fatima e diceva: “Attraverso di te sento il profumo del Paradiso e dell’albero di Tuba” (Biḥār al-Anwār, Vol. 8, p. 120).
Secondo aspetto: le sue espressioni e il suo comportamento nei confronti della sua amata figlia, Dama Fatima Zahra
Tra le espressioni che il Profeta utilizzò per riferirsi a Dama Fatima v’erano Umm Abīhā, ovvero Madre di suo Padre, e Laylat al-Qadr, ovvero La Notte del Destino (Biḥār al-Anwār, Vol. 43, p. 16).
Il defunto Allamah Hassan-Zadeh Amoli, nel suo commento al Fuṣūṣ al-Ḥikam, afferma che Dama Fatima è la Vigilia dell’Esistenza e la manifestazione dell’Anima Universale (al-Nafs al-Kulliyyah). Nel suo sacro matrimonio col Principe dei Credenti Alī, che è l’Adamo dell’Esistenza e la manifestazione dell’Intelletto Universale (al-ʿAql al-Kullī), essi plasmano l’esistenza, diventando l’incarnazione del versetto coranico: مَرَجَ الْبَحْرَیْنِ یَلْتَقِیَانِHa lasciato liberi i due mari affinché si incontrassero(Corano 55:19).
L’Intelletto Universale rappresenta la volontà di Dio di emanare la luce dell’esistenza, che inscrive nell’Anima Universale la quale, in quanto destinataria della volontà divina, emana quindi l’esistenza stessa. Sulla base di ciò, si può affermare che il Profeta si riferisse a Dama Fatima come Umm (Madre) e Laylat al-Qadr giacché gli Imam sono la sua estensione esistenziale e i decreti divini sono ordinati nella Notte del Decreto (Laylat al-Qadr, appunto) attraverso il suo veicolo esistenziale (Allamah Hassan-Zadeh Amoli, 1382 AH, Vol. 2, p. 1398).
Di conseguenza, colui al quale vengono rivelati l’invisibile e la verità delle cose che si realizza in esse, possiede la stazione della profezia profetica (nubuwwat), la conoscenza diretta da Dio (ʿilm ladunnī) e la stazione dell’eccellenza spirituale (iḥsān). Dama Fatima Zahra è la quintessenza del monoteismo (durrat al-tawḥīd), la fiduciaria di Mustafa e colei il cui cuore è purificato. Nessuno può comprendere appieno il nucleo della sua stazione di infallibilità (ʿiṣmah) e il suo rango può essere descritto come la Maternità dell’Esistenza (Umūmat al-Wujūd), accanto all’Imamah (Imamato) del Principe dei Credenti. Maternità e Imamato costituiscono quindi la via principale attraverso cui la creazione viene plasmata e guidata verso la felicità.
Conclusione
In definitiva, bisogna comprendere che la posizione che il Profeta della Misericordia riconosce alle donne è estremamente elevata da molteplici prospettive: esistenziale, epistemologica e spirituale. Le donne devono conoscere il proprio valore e percorrere la via della sublimazione esistenziale e del raggiungimento della Verità. Anche la società e i politici devono considerare queste capacità delle donne e trarre beneficio dal loro potenziale sia in ambito domestico che nella società in generale.
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