• Jun 27 2025 - 10:30
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L’attualità del martirio dell’Imam Husayn e dei suoi compagni

Perché ricordare ancora la tragedia di Karbala?

Perché il mondo ricorda ancora un fatto avvenuto 1400 anni fa? Qual è il suo significato attuale?

Innumerevoli tragedie, disastri e catastrofi, sia documentate che non documentate, hanno colpito il mondo fin dall'inizio dei tempi. La tragedia di Karbala è una di queste, ma la sua storia è la più straordinaria di tutte, perché sfida una legge di natura: la natura umana cerca la felicità e rifugge il dolore, fa di tutto per cancellare il ricordo della sofferenza e fa di tutto per custodire ricordi piacevoli. Nella tragedia di Karbala, un'inversione di questa legge è chiaramente evidente, giacché ancora, dopo quattordici secoli, il dolore suscitato da quell’evento è ancora vivo come se fosse accaduto solo ieri. Il tempo non è riuscito a scalfire il dolore per la tragedia di Karbala.

Karbala è la storia del sacrificio, e il significato di un sacrificio dipende dagli scopi per cui viene offerto. Se un sacrificio è motivato da scopi materiali, viene presto dimenticato, ma se viene invece offerto per scopi che trascendono gli incentivi materiali, esso è destinato a vivere per sempre. Gli scopi della vita del musulmano sono definiti nel Corano come segue: “[Dì]: La mia preghiera, il mio sacrificio, la mia vita e la mia morte, tutto è per Dio, che è il Signore di tutti i mondi e che non ha associati…” (Corano 6:162). L’Imam Husayn, il nipote minore di Muhammad, il Messaggero di Dio e Profeta dell'Islam, fu la figura centrale della tragedia di Karbala. La sua preghiera, il suo sacrificio, la sua vita e la sua morte, tutto fu per Dio, e solo per Dio. Egli offrì questo sacrificio per ottenere il compiacimento di Dio, e la sua sincerità e la sincerità di tutti i suoi compagni che offrirono la loro vita in sacrificio, piacquero a Dio a tal punto che Egli li rese tutti immortali.

Perché Husayn offrì questi sacrifici? Li offrì per un ideale sublime: salvare l'Islam, la religione promulgata da suo nonno, il Messaggero di Dio, dopo la cui morte riemerse nel popolo il richiamo del paganesimo. La tragedia di Karbala ebbe cause sia remote che immediate. La causa immediata di questa tragedia fu la morte di Mu'awiyah nel 680 e la successione di suo figlio, Yazid, al califfato, che rappresentò una flagrante violazione delle leggi dell'Islam e una contravvenzione all'accordo bilaterale tra l'Imam Hasan e Mu'awiyah. Gli storici sono pressocché unanimi nell'affermare che Yazid non aveva fede in Dio, nel suo Apostolo, né nel Giorno del Giudizio. Costui si fece beffe della preghiera e derise i musulmani che offrivano devozione a Dio, beveva vino e violava apertamente i comandamenti di Dio, vivendo una vita dissoluta e libertina. E fu questo usurpatore che il giorno di Ashurà versò il sangue di Husayn, che era il sangue del Profeta stesso, ovvero il più sacro di tutta la creazione! E quel sangue versato rafforzò la struttura dell'Islam, rendendola invulnerabile ed eterna. La storia dei sacrifici di Husayn vivrà, quindi, finché vivrà l'Islam e finché ci saranno uomini e donne che ameranno il coraggio, la giustizia, la verità e la devozione ai principi della Rivelazione.
Rome Italy

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