Le processioni di lutto religioso tra Sicilia e Iran
Le Passioni di Cristo e dell’Imam Husayn
La Passione di Cristo a Pasqua e la tragedia di Karbala a Muharram a confronto

Ogni Venerdì Santo, l’Italia, ma in particolar modo il Sud Italia, nei suoi paesini rurali come nelle sue cittadine, si riempie di processioni che ripercorrono la Passione di Cristo con preghiere, musica e marce funebri. Un esempio celebre di questa tradizione, antica di oltre 400 anni, è la processione dei Misteri di Trapani, in Sicilia, che vede la città riunirsi al seguito dei venti gruppi scultorei ritraenti i momenti della Passione di Cristo. Ognuno di essi, portato in processione sulle spalle dei fedeli con andatura oscillante (annacata) e seguito dalle tragiche note delle bande musicali, appartiene ad un ceto particolare: la Lavanda dei Piedi è dei pescatori, mentre l’Arresto appartiene ai metallurgici e l’Incoronazione di Spine ai fornai. La processione percorre le vie antiche della città, emozionando e commuovendo i trapanesi e i visitatori giunti da lontano, anche da lontanissimo, per assistere a questa processione unica in Italia e nel mondo.
Ma la processione dei Misteri di oggi si differenzia da quella che si svolgeva cento anni addietro. Allora, i portatori (massari) erano gli Incappucciati, inquietanti figure con sacchi di tela rossa in testa e mantelli bianchi ad avvolgergli il corpo, taluni dei quali usavano percuotersi per manifestare il dolore per la Passione di Cristo.
I Misteri di Trapani, come si è detto, sono la manifestazione unica e preziosa di una tradizione antica, originata nel periodo della dominazione spagnola… eppure, a più di 4000 chilometri di distanza, in un altro continente, in un Paese dov’è maggioritaria un’altra religione, con una cultura ed una tradizione proprie, nei primi dieci giorni del mese di Muharram si verifica qualcosa di molto simile ai Misteri di Trapani. Il Paese è l’Iran, dove città e villaggi, da nord a sud e da est a ovest, vedono scendere per le strade uomini e donne vestiti di nero, con bandiere tra le mani, canti di dolore e carri allegorici, battendosi il petto per commemorare il martirio dell’Imam Husayn, il nipote del Profeta massacrato insieme ai suoi compagni a Karbala. Per di più, anche queste processioni sono divise in raggruppamenti di ceti e mestieri, proprio come i Misteri di Trapani.
Un simile fatto ci ricorda come l’umanità sia una sola e che, anche a centinaia di chilometri di distanza, manifesta le emozioni in maniera similare, riscoprendo in una terra lontana, in una cultura diversa, in una religione differente, le proprie tradizioni.
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