• Jun 27 2025 - 10:28
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Due martiri a confronto

L’Imam Husayn e Gesù Cristo

Il professor Christopher Clohessy delinea un parallelismo tra Gesù Cristo e l’Imam Husayn

Il professor Christopher Clohessy, del Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica (PISAI), ha delineato un parallelismo tra due figure fondanti di due religioni rivelate: Gesù Cristo nel cristianesimo e l’Imam Husayn nell’Islam sciita.

Esaminando l’evento di Karbala e il tipo di teologia e spiritualità costruite attorno ad esso, spiega il professore, è difficile non pensare alla vita di Gesù e alla tradizione teologica e spirituale cristiana. Per quanto concerne, ad esempio, l’Imamato, l’espiazione del martirio di Husayn e le prerogative di intercessione, si notano potenti richiami al genere di qualità che i cristiani attribuiscono a Gesù. Sebbene cristiani e musulmani intendano cose diverse quando utilizzano parole quali “redenzione” ed “espiazione”, esistono comunque forti somiglianze nel tipo di tradizioni che si costruiscono attorno alle figure dei santi, alle guide della comunità e alle loro azioni. Forse questo è il punto più importante: che il più delle volte le somiglianze risiedono nelle tradizioni che si sono formate piuttosto che nella realtà delle vite stesse. Con queste riflessioni come base, potrebbe essere interessante esaminare alcuni possibili parallelismi tra le vite di due persone che sembrano aver vissuto un’esistenza esemplare e che sono morte in modo terribile, anche se non senza uno scopo: Gesù di Nazareth e Husayn.

Chi ha studiato l'evento di Karbala ha sottolineato la fermezza dei propositi di Husayn nel suo fatidico viaggio dalla Mecca verso Kufa, conscio di ciò che lo attenderà e pronto al martirio. Ugualmente, i racconti evangelici postulano questa risolutezza di fronte alla morte in Gesù: per entrambi gli uomini, la morte appare qualcosa di divinamente preordinato, sebbene a entrambi sia data la possibilità di sfuggirvi. Gli ultimi momenti della loro vita sono trascorsi nella paura, nella tensione e nella lotta con la morte imminente, la quale sembra per entrambi un esito necessario che potrebbe, ma non dovrebbe, essere evitato. L'immagine di Gesù nel giardino del Getsemani non è dissimile da quella di Husayn la notte prima di Karbala, un'immagine di angoscia e disperazione solitarie. L'intervento angelico, o almeno la possibilità di tale assistenza, è tradizionale nei racconti di entrambi gli uomini. Entrambi affrontano la morte, abbandonati da molti che un tempo li avevano seguiti; e il comportamento volubile dei cittadini di Kufa non è dissimile da quello di coloro che gridavano: “Osanna”, e poco dopo: “Crocifiggetelo!” nei racconti della Passione di Gesù. Le narrazioni degli ultimi momenti di Husayn sul campo di battaglia, circondato dai suoi compagni martirizzati, non sono dissimili da quelli di Gesù sulla croce, che sente la perdita persino di Dio. Per lo sciita, Husayn era un uomo innocente e senza peccato, che fu condotto alla morte e, sebbene autori come Ayoub mettano in guardia dalla tendenza a sovrapporre Gesù e Husayn sotto ogni aspetto, l’idea di essere condotti come un agnello al macello risuona profondamente nelle vite di entrambi gli uomini.

Rome Italy

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