• May 1 2025 - 10:20
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Il martire della Rivoluzione

Il giorno dell’Ayatollah Morteza Motahhari

Morteza Motahhari è stato un importante studioso e una figura chiave per la Rivoluzione islamica in Iran

L’Ayatollah Morteza Motahhari nacque il 2 febbraio 1920 nel villaggio di Fariman, in Iran, a circa sessanta chilometri da Mashhad, il più grande centro di pellegrinaggio e insegnamento sciita nell’est del Paese. All’età di dodici anni iniziò i suoi studi religiosi formali nella Hawza (centro tradizionale di studi islamici) di Mashhad, che si trovava in uno stato di declino sia per ragioni interne sia a causa delle misure repressive condotte da Reza Khan, il primo autocrate Pahlavi, contro tutte le istituzioni islamiche. A Mashhad Motahhari scoprì il suo grande amore per la filosofia, la teologia e la gnosi, un amore che lo accompagnò per l’intero corso della sua vita. Studiò poi a Qom sotto la guida di importanti maestri, tra i quali l’Imam Ruhollah Khomeini, il padre della Rivoluzione islamica.

Nei primi due decenni del secondo dopoguerra, a Qom, l’Imam Khomeini formò numerosi studenti, che divennero in seguito le guide della Rivoluzione Islamica e della Repubblica Islamica, rendendo tramite di essi, oltre che direttamente, l’impronta della sua personalità chiara e visibile in tutti gli sviluppi chiave del decennio scorso. Ma nessuno tra i suoi studenti coltivò con l’Imam la stessa relazione di affinità di Motahhari.

La particolare scuola filosofica a cui aderiva Morteza Motahhari era quella di Mulla Sadra, la “filosofia trascendente” (hikmat muta’aliya) che cerca di combinare il metodo gnostico con quello della deduzione filosofica. Motahhari era un uomo di disposizione tranquilla e serena, tanto nel suo comportamento generale quanto nei suoi scritti. Anche quando si addentrava in polemiche, egli era invariabilmente cortese e usualmente si asteneva dall’utilizzare un lessico emotivo e ironico. Ma tale era la sua devozione per Mulla Sadra che egli lo difendeva appassionatamente anche contro critiche lievi e accidentali, ed egli scelse per il suo primo figlio – come per la casa editrice di Qom che pubblicava le sue opere – il nome Sadra.

Nel 1952 Motahhari lasciò Qom per Teheran, dove sposò la figlia dell’Ayatollah Ruhani ed iniziò ad insegnare filosofia presso la Madreseh Marwi, una delle principali istituzioni di insegnamento religioso nella capitale. La volontà di Motahhari di una più ampia diffusione della conoscenza religiosa nella società e un più effettivo coinvolgimento dei sapienti religiosi negli affari sociali lo portò nel 1960 ad assumere la guida di un gruppo di Ulamà di Teheran conosciuto come “Anjoman-e Mahane-ye Dini” (Organizzazione religiosa mensile). I membri di questo gruppo organizzavano mensilmente lezioni pubbliche con l’obiettivo simultaneo di dimostrare la preoccupazione dell’Islam nei confronti delle questioni contemporanee e stimolare un pensiero rinnovatore tra gli Ulamà. Le lezioni venivano stampate sotto il titolo di “Goftar-e-Mah” (Discorso del mese) e divennero molto popolari, ma il governo le bandì nel marzo del 1963, quando l’Imam Khomeini iniziò la sua denuncia pubblica del regime Pahlavi.

Il martire Motahhari, da solo, ha realizzato la costituzione dei principali elementi della biblioteca islamica contemporanea. Opere come “La Giustizia Divina”, “Il sistema dei diritti delle donne nell’Islam”, “La questione del hijab”, “Un’introduzione alle scienze Islamiche” e “Un’introduzione alla visione islamica del mondo” erano tutte concepite per colmare una necessità, contribuire ad un’accurata e sistematica comprensione dell’Islam e dei problemi della società islamica.

Durante la lotta per la nazionalizzazione dell’industria petrolifera iraniana Motahhari simpatizzò con gli sforzi dell’Ayatollah Kashani e di Muhammad Mosaddeq, sebbene criticasse quest’ultimo per la sua adesione al nazionalismo secolare. Dopo il suo trasferimento a Teheran Motahhari collaborò con il “Movimento della Libertà” di Bazargan e dell’Ayatollah Taleqani, senza divenirne però una delle figure guida. Nel novembre del 1964 l’Imam Khomeini entrò nei suoi quattordici anni di esilio, passati dapprima in Turchia e in seguito a Najaf (Iraq), e durante questo periodo Motahhari rimase in contatto con l’Imam Khomeini in vari modi, anche visitando Najaf; e quando la Rivoluzione Islamica raggiunse il suo apice nell’inverno del 1978 e l’Imam Khomeini lasciò Najaf per Parigi, Motahhari fu tra coloro che si recarono in Francia per poterlo incontrare e consultare. La sua vicinanza all’Imam venne confermata dalla sua designazione nel Consiglio della Rivoluzione Islamica, della cui esistenza fu dato annuncio il 12 gennaio 1979.

I servigi di Motahhari alla Rivoluzione Islamica vennero brutalmente interrotti dal suo assassinio il 1° maggio 1979. L’omicidio venne eseguito da un gruppo conosciuto come Furqan che si proclamava rappresentante di un “Islam progressista”, libero dalla supposta influenza distorta dei sapienti religiosi. Quel martedì 1° Maggio Motahhari si trovava nella casa di Yadullah Sahabi in compagnia di altri membri del Consiglio della Rivoluzione Islamica. Intorno alle 22.30, insieme a un altro partecipante all’incontro, l’ingegnere Katira’i, lasciò la casa di Sahabi. Percorrendo una via adiacente dove era parcheggiata l’auto, Motahhari improvvisamente sentì una voce sconosciuta chiamarlo. Si guardò attorno per vedere da dove provenisse e, non appena lo fece, una pallottola lo colpì in testa, penetrando sotto l’orecchio destro e uscendo dal sopracciglio sinistro. Morì quasi all’istante, e sebbene venne portato nel vicino ospedale, non rimase altro da fare che piangere per lui. Il corpo rimase in ospedale il giorno seguente, e poi il giovedì mattina venne portato per le preghiere funebri prima all’Università di Teheran e poi a Qom, dove venne sepolto vicino la tomba di Shaykh ‘Abdul Karim Ha’eri, all’interno del sacro mausoleo dedicato alla nobile Fatima Ma’sumah.

Rome Italy

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